
Se geografia e paesaggio sono, sin dagli esordi, elementi fondamentali del suo lavoro, a partire dagli anni Ottanta nella sua opera si accentua la connotazione sociale. La dove tessuto sociale non ha valenza economica o politica ma è immagine di un insieme di mondi interiori, trame di un dialogo con chi hai accanto e con l’infinito. . E’ del 1981 l’emblematico intervento di “ Legarsi alla montagna”. Si tratta di una azione nata da un rifiuto a celebrare in un ennesimo monumento ai caduti i morti del paese. Un evento che è già arte nella progettazione e preparazione della gente prima ancora del suo compimento in una azione collettiva. Alla fine di quella memorabile ed unica giornata tutto il paese sarà legato in un tessuto di nastro azzurro che poi dal campanile della chiesa salirà legandosi alla montagna. Questo intervento sul territorio non resterà unico nell’attività di Maria, altri altrettanto significativi, coinvolgenti e ricchi di metafore, nasceranno a Villasimius, a Orotelli, a Siliqua, altri saranno progettati per Camerino, Castel Nuovo di Farfa, sino ad arrivare all’attenzione del Centro Pompidou a Parigi. Esperienze tutte legate al mondo della scuola, all’universo infantile, alla formazione critica degli adolescenti e al risveglio degli adulti ai temi dell’arte. I calligrammi esposti in questa occasione rimandano a un lavoro prettamente femminile, quello del cucito,del filo che attraversa il tessuto apparendo e scomparendo. Come una scrittura in cui nulla si legge veramente ma ogni nodo, ogni sospensione, ogni sfilacciamento suggerisce il non detto che tutti ci portiamo dentro. In un mondo volto a prendere le distanze dalle tradizioni, capace di minare l’allenamento alla fatica persuadendo verso strade facili e comode, le dimensioni del lavoro lento, delle sensazioni tattili, delle produzioni manuali devono fare da monito, specie per chi affianca le giovani generazioni. L’Arte di Maria Lai è per Chieri una Stella Pollare che illumina il cammino della cultura artistica coniugata alla tradizione, è un faro capace d’indicare la via della fascinazione, del futuro costruito imparando dal passato. Nei libri il filo indica un rapporto che unisce e la stoffa la dimensione creativa che veicola il tatto, massima vicinanza a creare intimità. Lo stratagemma della fiaba “cucita”, favorisce un processo di immedesimazione, consente di scaricare l’esperienza emotiva, non più del bambino ma dell’adulto, alla stregua di un sogno. Nel qui ed ora il sogno è reso possibile dalla collaborazione con la famiglia di Maria Lai, un grazie particolare a Maria Sofia Pisu.
Beatrice Pirocca.